Se molti si aspettano nella Penisola un autunno caldo sul versante dell’occupazione, San Marino ha già avuto dall’Italia in regalo un agosto caldissimo. Si potrebbe dire, senza esagerazioni, che il Paese sia in trincea tante e tali sono state le bordate che sono arrivate dalla stampa italiana. E sopra e sotto i bombardamenti dei media, il fantasma dell’Accordo con l’Italia. Annunciato, annunciato e ancora annunciato. La bomba agostana sparata dal quotidiano Libero sul presunto buco di bilancio dello Stato sammarinese travolto dall’altro buco del Gruppo Delta, stimato tra i tre e i quattro miliardi, sembra confermare qualcosa di più di un’impressione: la pressione italiana sul “fianco destro e sinistro”, chiude in una morsa San Marino. E’ sotto scacco nella vicenda Cassa di Risparmio (gli infiniti arresti domiciliari dei dirigenti della Cassa sono l’esemplificazione più simbolica della situazione di immobilità forzata che vive tutto il Paese), la quale si riflette sui gravissimi ritardi del mancato accordo con l’Italia, che si ripercuote a sua volta sul rientro dei capitali attraverso lo scudo fiscale-ter, l’invenzione tremontiana copiata in tutto il mondo. Più la Repubblica è sotto il tiro dei media, più è probabile un buon accordo per i compratori di Delta, più è probabile un accordo con Roma che indebolisca di molto l’autonomia sammarinese, più è probabile che molti correntisti italiani riprendano la via di casa.