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Fondi “sovrani”, servono garanzie internazionali

da Redazione

L’opacità dei Fondi Sovrani può essere un fattore d’instabilità. Serve dunque una disciplina, ed istituzioni che applichino regole uniformi che garantiscano il rispetto di norme condivise sulla loro attività.

 

I Fondi Sovrani, quelli cioè controllati da alcuni Governi (“Sovrani” poiché investono il denaro derivante dal “surplus” fiscale, commerciale o da riserve di valuta), sono una realtà dei mercati finanziari e la loro opacità può essere un fattore d’instabilità e può ridurre il monitoraggio delle autorità pubbliche. Serve una disciplina ed istituzioni che applichino regole uniformi che garantiscano il rispetto di norme condivise sulla loro attività. I fondi sovrani sono un fenomeno di recente espansione, anche con operazioni che hanno diffuso il timore di diventare terra di conquista per governi stranieri.
L’irresistibile fascino del denaro fa crescere il problema: i mercati stanno cambiando e le istituzioni faticano a dare risposte coerenti.
Gli investimenti nei sovereign fund (fondi sovrani) ha raggiunto dimensioni notevoli e, anche se in tutte le classifiche dei rapporti internazionali ai primi posti si trova un tranquillo fondo norvegese, gli operatori esigono trasparenza sulle politiche d’investimento e sugli assetti di governance. Che misure difensive di protezionismo finanziario adottare per i fondi sovrani? Basta la golden share nelle industrie “sensibili”? Un tetto massimo per ogni investimento? La sterilizzazione dei diritti di voto? E’ possibile adottarne qualcuna proprio quando alcune grandi banche stendono tappeti rossi sotto i piedi di questi fondi?
Studi recenti hanno indicato come la soluzione sia in una norma che richieda ai fondi, trasparenza e diversificazione degli investimenti, adottando altresì il principio di reciprocità tra i paesi di origine dei sovereign fund e quelli d’investimento. Reciprocità utile per omogeneizzare le condizioni di operatività degli investitori. Purtroppo, essa è modulabile in base alle convenienze politiche: permettere di dire quali siano gli investimenti buoni e cattivi o indicare i settori dove questi fondi sono ben accetti o meno, rischia che il flusso di risorse prenda strade ancora più buie e meno controllabili.
L’unica garanzia è nelle istituzioni di governo internazionale che assicurino un’applicazione uniforme che garantisca tutti, specie in sede europea, con un’autorità di controllo che vigili sul rispetto di regole condivise nell’attività dei fondi e che verifichi indipendente dalle effettive condizioni di reciprocità negli investimenti.
 

 

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