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Acqua, varato un piano da 50 milioni

da Redazione

Crisi idrica scongiurata per l’estate, e  ora si guarda più lontano. La risorsa-acqua è sempre più importante anche per il Titano. Marco Podeschi, Presidente AASS: “Il risparmio è la prima via”

Per fortuna, le abbondanti precipitazioni di questi ultimi mesi hanno scongiurato il rischio di crisi idrica nella Repubblica di San Marino, e l’eventuale conseguente razionamento. Ma fare affidamento sulla fortuna non è una strategia. E così l’AASS ha intrapreso la via di un approccio non più legato all’andamento climatico. Così ha affidato a Beta Studio Srl (società di consulenza internazionale che ha tra i propri clienti da Banca Mondiale e Unione Europea a diversi Ministeri italiani) il compito di preparare uno studio di “pianificazione e gestione delle risorse idriche della Repubblica di San Marino”, per la creazione di un piano pluriennale di interventi.

In estrema sintesi, il quadro che è emerso indica che, in assenza di interventi, entro il 2030 San Marino non sarà in grado di garantire i fabbisogni idropotabili della Repubblica. Sono stati isolati oltre cinquanta scenari possibili e alla fine è stato individuato quello che meglio risponde agli obiettivi fissati, stabilendo priorità a breve, medio e lungo termine. Il piano d’interventi stabilisce una spesa di circa 50 milioni di euro da qui al 2030, con un ‘picco’ dal terzo al sesto anno (con una previsione di interventi di 6-7 milioni annui).
Del fatto che oggi l’acqua sia un bene prezioso, tutti quanti stiamo incominciando a rendercene conto. Forse ancora non è ben chiaro che un uso più razionale di questa risorsa sia la “politica” più importante, al di là degli interventi strutturali, al di là della quantità di precipitazioni che possono cadere in un anno. E il risparmio idrico è importante che sia portato avanti non solo dall’utenza privata (che a San Marino rappresenta il 65% del consumo) ma anche dalle imprese.
“Gli accorgimenti sono semplici e quelli che suggeriamo alle utenze civili si possono estendere anche alle imprese” afferma Marco Podeschi, Presidente dell’Azienda di Stato per i Servizi. “I dati sono evidenti: installando un semplice riduttore di flusso si taglia il consumo del -20%, le cassette di scarico alimentate da recupero acque reflue abbinate ai riduttori di flusso elevano il risparmio al -45%”.
Parliamo invece del piano idrico che avete predisposto. Quali sono le criticità, e qual è la ‘scaletta’ degli interventi?
“Lo studio ha definito un Piano d’Azione composto da una molteplicità di interventi che, insieme, permettono di assicurare qualità ed affidabilità all’approvvigionamento idrico per i prossimi decenni. In sintesi il piano propone queste scadenze e questi interventi. A breve termine: sostegno alle politiche per la riduzione dei consumi; ottimizzazione del-l’impianto di potabilizzazione; aggiornamento del sistema di telecontrollo e implementazione di un modello di simulazione della rete; indagini e approfondimenti progettuali per la realizzazione degli interventi a più lungo termine; interventi per la riduzione delle perdite. A medio-lungo termine: manutenzione straordinaria delle fonti esistenti (opere di presa e adduzioni); realizzazione di nuove condotte per ridurre la vulnerabilità della rete di distribuzione; realizzazione di un invaso per l’accumulo e l’utilizzo di acque superficiali, il completamento della rete fognaria e la realizzazione di un sistema di depurazione”.
È stato spesso detto e scritto, impropriamente, che la rete idrica sammarinese sia soggetta a perdite importanti. Qual è il reale stato delle cose?
“Le percentuali di perdite della rete idrica sammarinese sono molto inferiori alle media nazionale italiana e a quelle riscontrate nel circondario. Negli ultimi anni abbiamo lanciato una campagna di verifica delle rete e riteniamo di ampliare il progetto nei prossimi anni anche affidandoci alle nuove tecnologie. Mi sia permesso un inciso, negli anni siccitosi le perdite purtroppo aumentano e questo è un dato strutturale inevitabile”.
Un’ultima domanda: si sta ragionando sulla possibilità di creare un invaso per aumentare l’approvigionamento da fonti interne. È un’ipotesi concreta? Che tempi si prevedono, e che utilità potrà portare?
“Il bacino interno è un tema di riflessione che negli ultimi decenni è stato più volte oggetto di attenzione in quanto a parte le fonti interne il Paese non ha un bacino idrico. Un’opera del genere rientra nell’ottica del lungo periodo ed è un’opzione sulla quale le istituzioni devono avviare dei seri ragionamenti anche in ragione dei costi e dell’impatto che un’opera del genere ha per il Paese. In questo il piano realizzato dal Beta Studio per AASS è un supporto formidabile in quanto mostra come il bacino è una delle tante variabili nel settore idrico per la Repubblica San Marino ma non la variabile intorno alla quale costruire ogni ragionamento”.
Loris Pironi
FIXING N.30 – venerdì 31 luglio 2009

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