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Moneyval, l’esame di riparazione si avvicina

da Redazione

Per San Marino settembre è dietro l’angolo, e l’esame di “riparazione” si avvicina. Meglio prepararsi adeguatamente questa volta, per non subire la bocciatura del Moneyval, che rappresenterebbe una mazzata tremenda per l’economia del Titano.

Per San Marino settembre è dietro l’angolo, e l’esame di “riparazione” si avvicina. Meglio prepararsi adeguatamente questa volta, per non subire la bocciatura del Moneyval, che rappresenterebbe una mazzata tremenda per l’economia del Titano. Così il Consiglio Grande e Generale di questa settimana ha varato – tra l’altro a larghissima maggioranza – il pacchetto di normative miranti a mettersi in regola e ad uscire dalla procedura rafforzata dell’organismo del Consiglio d’Europa. Tre i provvedimenti approvati dall’assemblea, che vanno a regolare le intercettazioni, le rogatorie internazionali e le società anonime. Per la cronaca è stato proprio quest’ultimo il provvedimento più discusso (passato comunque con 47 voti favorevoli e 2 contrari): il Segretario all’Industria Marco Arzilli ha voluto ribadire che “non si tratta del superamento delle società anonime, ma della loro regolamentazione”, per non perdere i capitali investiti. La norma introduce l’obbligo di depositare le azioni da un notaio e l’identificazione del portatore delle azioni, in modo da bloccare i “troppi fenomeni distorsivi”. Il progetto, ha spiega nella sua relazione Teodoro Lonfernini del Pdcs, “è l’estremo tentativo di mantenere in vita la realtà, ormai compromessa, dell’anonimato societario”.
 
Accordi internazionali
Ecco Grecia e Libia
Dopo il Belgio, la Grecia e la Libia. La preziosa collezione di figurine OCSE per la Repubblica di San Marino dovrebbe presto ampliarsi, un fattore estremamente importante perché da questo dipende l’inserimento del Titano nella White List dei paesi che si scambiano informazioni economiche e contrastano il riciclaggio internazionale di denaro. Ricordiamo infatti che per uscire dalla lista grigia dei paradisi fiscali stilata dall’OCSE lo scorso aprile occorrono 12 accordi, e San Marino è ancora ferma al primo. I negoziati per la stesura del testo sono stati chiusi nei giorni scorsi in Repubblica con la delegazione ellenica, e a Tripoli con quella libica: le due firme sono attese per il mese di settembre. L’accordo, spiega una nota del Congresso di Stato, è “concordato sulla base del più recente modello OCSE, anche in materia di scambio d’informazioni”. Poi naturalmente resta da sciogliere il nodo più delicato, quello degli accordi contro le doppie imposizioni e la cooperazione economica con l’Italia: dall’esecutivo hanno più volte assicurato che la firma arriverà prima delle vacanze, ma sui contenuti del testo viene mantenuto il massimo riserbo. E intanto sul Titano si torna a parlare di rapporti con l’Unione Europea: c’è infatti la possibilità di entrare nello Spazio economico europeo (che non implica l’adesione alla UE), ma i tempi sono lunghi – almeno un paio d’anni – e, secondo il Segretario agli Esteri Antonella Mularoni – dovranno essere i sammarinesi a decidere.
 
Monaco vuole togliersi
l’immagine di paradiso
Un new look più pulito e meno sbarazzino. Se lo vuole dare il Principato di Monaco che, visti i tempi che corrono, desidera cancellare la propria immagine internazionale di “paradiso”. Per riuscirci ha affidato l’incarico a tre “super-consulenti” francesi che dovranno studiare una campagna d’immagine da lanciare in grande stile nel 2010. I tre sono il mago dei sondaggi Stéphane Rozès, l’ex giornalista e ora consulente in comunicazione Jean-Luc Mano e il pubblicitario di Young & Rubicam Régis Lefebvre. Il primo budget messo a disposizione da Monaco è di 500 mila euro, necessari per andare in giro per il mondo a raccogliere pareri degli opinion leader (sulla falsariga di quanto ha fatto San Marino in questi anni con il Forum Ambrosetti), quindi per la fase operativa saranno dedicati investimenti da svariati milioni di euro in un tempo medio-lungo per creare qualcosa che sia più di un semplice “spot” e che contribuisca a cambiare l’immagine di Montecarlo come un paradiso fiscale. Un’iniziativa che potrebbe offrire qualche spunto di riflessione.
Loris Pironi

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