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Diario della crisi venerdì 24 luglio

da Redazione

Chiudi un buco e se ne apre un altro. Un settore in crisi ne mette in crisi un altro, l’effetto domino è devastante, e le ciliegie ora amarissime da ingoiare ingolfano la pancia del sistema. La crisi dell’edilizia si tira dietro quella delle macchine da lavoro.

 

Chiudi un buco e se ne apre un altro. Un settore in crisi ne mette in crisi un altro, l’effetto domino è devastante, e le ciliegie ora amarissime da ingoiare ingolfano la pancia del sistema. La crisi dell’edilizia si tira dietro quella delle macchine da lavoro. Marchionne tampona l’emorragia dell’auto con l’accordo dell’anno ma si ritrova sotto in un settore dove Fiat era sempre andata benissimo. La crisi globale inchioda la muro del pianto camion e trattori. E oggi sono diventati “trasparenti” non solo i clienti dei mezzi, ma anche i potenziali compratori di aziende. Cedere camion o il settore del movimento terra, vuol dire per il Lingotto incassare un quinto rispetto a quanto avrebbe potuto intascare 18 o 24 mesi fa. Dopo un 2008 da record per la prima volta da lungo tempo, l’Iveco potrebbe chiudere in rosso: secondo le stime di Morgan Stanley, passerebbe dagli 838 milioni di utile operativo del 2008 a perdite di 137 milioni nell’anno in corso e di 62 milioni di euro nel 2010. Rallenta la corsa anche il colosso dei trattori Cnh: potrebbe ridurre a un terzo il suo risultato operativo (da 1,12 miliardi di euro a 433 milioni). Un arretramento dovuto soprattutto alle gravi difficoltà del settore ‘construction’, legato a filo doppio all’edilizia e alle infrastrutture, comparti che pagano un tributo altissimo alla frenata mondiale di costruzioni e grandi opere.
Intanto in Germania si teme seriamente la deflazione. Secondo l’Ufficio statistico federale nel mese di giugno i prezzi alla produzione sono scesi del 4,6% su base annua, registrando il maggiore calo da oltre 40 anni. Su base mensile i prezzi sono scesi dello 0,1% contro attese di un rialzo dello 0,5%. La flessione è la più consistente dal dicembre 1968 ed è superiore alle attese degli analisti che in media si aspettavano un calo del 4,1%. Ultim’ora mentre andiamo in stampa. Fino a mezzo milione di posti di lavoro a rischio nel 2009 per effetto della crisi. È questa la prospettiva contenuta nel Rapporto sul mercato del lavoro del Cnel riferita all’ipotesi peggiore per i prossimi mesi, quando “la disoccupazione continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo”.
SM

 

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