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Fame nel mondo: servono decisioni più concrete

da Redazione

L’aumento dei prezzi (e la relativa volatilità) dei generi alimentari mette in difficoltà agricoltori poveri e povera gente. Ma le possibili soluzioni non sono chiare né univoche

L’aumento dei prezzi dei generi alimentari aiuta gli agricoltori poveri ma colpisce la povera gente. La volatilità dei prezzi, invece, danneggia gli uni e gli altri. Forse è arrivato il momento di fare qualcosa perché la rabbia della popolazione per l’aumento dei prezzi dei generi alimentari di base provoca gravi incidenti.
Dopo essere stati stabili per decenni, questi prezzi hanno cominciato a salire nel 2005 e, dopo, si sono impennati. Il prezzo medio del mais è aumentato del 30%, quello del riso del 74%, quello della soia dell’87% e quello del grano del 130%. Secondo un’indagine della Banca Mondiale la spesa destinata al cibo di una famiglia che vive con meno di un dollaro al giorno, oscilla tra il 50 e il 77% del bilancio familiare, a seconda del Paese. L’aumento del prezzo dei generi alimentari avvantaggia chi produce più di quanto consuma. Tuttavia, a livello nazionale, l’incremento di prezzo dei cereali migliora la bilancia dei pagamenti dei Paesi esportatori e peggiora quella dei Paesi importatori. A livello individuale, le popolazioni più colpite vivono in aree urbane, ma anche nelle zone rurali sono spesso i più diseredati a soffrire di tale situazione. L’aumento dei prezzi dei generi alimentari fa sentire sempre più forte la voce dei più deboli, specie quando sono colpiti i poveri che vivono nelle città; ma, a medio termine, l’aumento dei prezzi colpisce chiunque, specie chi può sopravvivere dipendendo dagli imprevisti meteorologici, dal loro risparmio o dalla rete di solidarietà. Un qualsiasi imprevisto può significare di dover rinunciare all’istruzione o alla salute. Nelle emergenze, a parte gli aiuti della comunità internazionale, servono misure per combattere la variabilità dei prezzi, così da poter aiutare le popolazioni più povere. Forse è giunto il momento di creare servizi finanziari internazionali, destinati ai più poveri: servirebbero assicurazioni adatte a garantirli dalle impennate dei prezzi, sotto forma di trasferimento-fondi ad alcuni, quando i prezzi sono alti e ad altri, quando i prezzi sono bassi. I Paesi che non sono né venditori né compratori, potrebbero concedere sovvenzioni sul mercato interno, mentre quelli che non comprano e non vendono dovrebbero poter piazzare queste assicurazioni sul mercato mondiale. Certo, tali soluzioni non sono né chiare, né semplici. Ciò non toglie che sia giunto il momento di escogitarne qualcuna.

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