Inserimento tra i patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, l’Ambasciatrice Edith Tamagnini nel primo anniversario: "Oggi possiamo sviluppare appieno le potenzialità di San Marino".
“E’ una vittoria che premia il Paese nella sua totalità. E’ una vittoria che ha un valore quando viene condivisa da tutti i suoi concittadini. La mia riconoscenza va, come è doveroso, alle autorità di governo e alle Segreterie di Stato per gli Affari Esteri, per il Turismo, per il Territorio, per l’Istruzione, per l’Industria, che oggi hanno ricevuto in eredità questo lavoro svolto nelle precedenti legislature, mettendo a disposizione del Paese i provvedimenti necessari all’avvio di un lavoro importante”. Sono le parole di Edith Tamagnini, Ambasciatore presso l’UNESCO, la figura simbolo di questa lunga corsa verso l’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, a commento delle celebrazioni che si sono tenute martedì scorso ad un anno esatto dal conseguimento di questo prestigioso risultato.
Le celebrazioni sono iniziate con l’Udienza solenne del 7 luglio – già data storica per il Titano – durante la quale il Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, Francesco Bandarin, ha consegnato Ai Capitani Reggenti, Massimo Cenci e Oscar Mina, il certificato d’iscrizione del sito “Centro storico di San Marino e Monte Titano”.
Significative le parole del Segretario di Stato Berardi alla Reggenza: “In un periodo in cui la nostra comunità è stata spesso e sin troppo offesa da attacchi mediatici, in cui addirittura qualcuno chiedeva “a cosa serve San Marino?”, la risposta viene data dalla dichiarazione di eccezionalità dell’UNESCO, che non è riferita ai soli beni materiali o artistici: natura, paesaggio, monumenti, ma al fatto che la Repubblica di San Marino costituisce una testimonianza originale di democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia e la libertà, esempio di modello democratico in Europa e nel mondo. Una storia straordinariamente lunga per un piccolo Stato ed assolutamente unica per quanto riguarda i suoi protagonisti: i sammarinesi. L’UNESCO ci ha riconosciuto il primato di rappresentatività democratica nei secoli. Le parole di Marino “Relinquo Vos Liberos ab utroque homine”, sono la più grande eredità lasciataci dai nostri Padri”.
Dopo l’Udienza, la Reggenza ha inaugurato una targa che riporta l’iscrizione del sito installata presso la Porta San Francesco. Analoga cerimonia a Borgo Maggiore dove è è stata scoperta una targa gemella. La giornata è proseguita poi con un affollato convegno internazionale di studi dal titolo “La Repubblica di San Marino nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO: opportunità e prospettive”. Le celebrazioni si sono concluse con due eventi nel centro storico: alla Cava dei Balestrieri, spettacolo di musica e danza, e sulla Piazza della Libertà, spettacolo multimediale di suoni e luci intitolato “Il Racconto di un Monte”.
“Sentivo che il nostro Paese aveva maturato un percorso legislativo – ha dichiarato Edith Tamagnini durante l’intervento di apertura del convegno – ed era pronto, attraverso la professionalità dei Funzionari dello Stato, a cogliere questa grande sfida. Un percorso che, iniziato nel 2005 si è concluso con la vittoria del 7 luglio 2008, attraversando ostacoli e difficoltà che sono state superate attraverso la passione e la tenacia che devono motivare la presentazione di una candidatura”.
Dal 1972, sono 890 i beni inseriti nella Lista e appartengono a 186 Stati. I beni culturali sono 689, 176 quelli naturali e 25 i beni misti cultural naturali.
“Il mantenimento dell’integrità e dell’autenticità del Bene, la salvaguardia delle funzioni istituzionali, un turismo culturale volto allo sviluppo sostenibile, la condivisone degli obbiettivi seguendo le raccomandazioni dell’Unesco e del Centro Internazionale e dei Siti – conclude Edith Tamagnini – consentiranno a San Marino di sviluppare tutte le sue potenzialità. Riscopriamo noi stessi, il nostro Paese, attraverso i suoi paesaggi, i colori, i percorsi naturalistici, archeologici, l’humus degli angoli più segreti che la fretta di tutti i giorni a volte, ci impedisce di apprezzare”.
Il Governo ha dato avvio a una struttura operativa responsabile del Piano di gestione del sito, previsto dall’Unesco. Ha quindi istituito una autorità di indirizzo composta da 5 Segreterie di Stato: Affari Esteri, Cultura,Turismo, Territorio e Commercio, ed una Unità di coordinamento, che sovrintende all’attività di 5 gruppi di lavoro: il piano della conoscenza; il piano della tutela e della conservazione; Il piano della valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e socio; economico; il piano della promozione, formazione e comunicazione; il piano del monitoraggio. Il mese scorso è approdato in Consiglio Grande e Generale il Progetto di Legge quadro per la Tutela, la Gestione, la Valorizzazione e la Promozione del Sito. Gli interventi per la tutela del bene sono già iniziati: si è appena conclusa la sistemazione del sagrato della Chiesa di San Quirino.
Saverio Mercadante