A Riccione per l’assemblea annuale di Confindustria Rimini, Emma Marcegaglia fa il confronto tra le imprese italiane ed il resto d’Europa.
Puntuale, elegante e competente. La presenza di Emma Marcegaglia all’assemblea annuale di Confindustria Rimini – ospitata venerdì scorso al Palacongressi di Riccione – non è stata semplicemente una visita di cortesia, ma soprattutto un faro sull’andamento dei mercati economici che interessano non solo la Riviera ma anche la Repubblica di San Marino.Alle 11.30 il Presidente di Confindustria è entrata nel nuovo edificio della Perla e, dopo aver intrattenuto un amichevole scambio di vedute con il neo Presidente dell’ANIS Paolo Rondelli e con Franco Capicchioni del CdA degli industriali sammarinesi, si è seduta al tavolo assieme al Presidente di Confindustria Rimini Maurizio Focchi. “Nonostante la crisi – ha esordito il numero uno di Via dell’Astronomia – le imprese italiane hanno licenziato meno lavoratori rispetto alle altre aziende europee”. Questa è l’anticipazione, ha proseguito, “di una ricerca che nelle prossime settimane presenteremo assieme al ministro del Welfare Maurizio Sacconi”. Emma Marcegaglia si è poi addentrata nell’indagine, chiarendo che le aziende del Belpaese hanno mantenuto più posti di lavoro “per mantenere un altro livello di coesione sociale, che ritengo essere il bene assoluto che dobbiamo preservare”. Il Presidente poi ha affrontato la crisi delle aziende, annunciando che il Governo è al lavoro per varare un “Tremonti-ter”, ovvero “uno sgravio fiscale destinato alle imprese che investono soprattutto in beni strumentali, legati a impianti, tecnologie, innovazione”. Un’iniziativa di assoluto rilievo in quanto, ha rimarcato Marcegaglia, “l’andamento degli investimenti nel biennio 2008-2009 è in calo del 15% e i nostri settori più sofferenti sono quelli legati ai beni durevoli e di investimento con un calo di fatturato del 35%, 45%, 50% nel primo trimestre”. Sui tempi di esecuzione il numero uno degli industriali non ha dubbi: “Dovrebbe trattarsi di un provvedimento veloce, che potrà riguardare anche il comparto turistico”. La disamina della Marcegaglia poi si è concentrata sui talenti e sulla forza degli imprenditori italiani: “In questi mesi ho seguito molte assemblee annuali degli industriali. Avverto ovunque una grande preoccupazione a causa dei molti settori in sofferenza, però non ho sentito mai un clima di rassegnazione. L’impressione è che ci sia una robusta volontà di andare avanti, di cercare nuovi prodotti da lanciare su nuovi mercati. La crisi che stiamo vivendo è la peggiore dal dopoguerra. E’ partita dai mercati finanziari e ora tocca l’economia reale, quella delle industrie che hanno investito in hi-tech. Però qualche germoglio di ripresa si comincia a vedere: la Cina ad esempio le previsioni per il 2009 parlano di un +7,2%. Anche negli USA dove è partita la grande crisi c’è qualche segnale positivo, aumenta la fiducia dei consumatori e anche se pur lentamente il mercato immobiliare. Sono piccoli segnali che dimostrano che la pancia della curva della crisi dovrebbe essere stata superata”. In chiusura Marcegaglia è tornata su un tema particolarmente caro a Confindustria: “In Italia e in Europa c’è bisogno di grandi riforme. E soprattutto è necessario che i banchieri tornino a fare i banchieri”.
Alessandro Carli