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General Motors Bancarotta pilotata

da Redazione

Procedura avviata per il colosso automobilistico americano. L’amministrazione USA entra al 60%.

Ei fu. Il moribondo colosso automobilistico americano ha avviato la procedura di bancarotta: chiusura di undici impianti e azzeramento di ventuno mila posti di lavoro. Dopo l’annuncio della Casa Bianca, formalizzata la richiesta di accesso al Chapter 11 e presentata la documentazione per lo scorporo delle attività più sane. Il Chapter 11 è una parte della legge fallimentare statunitense che permette alle imprese che lo utilizzano una ristrutturazione a seguito di un grave dissesto finanziario. E’ utilizzabile sia delle imprese, in forma societaria o individuale, sia da privati cittadini (nell’ordinamento statunitense, infatti, anch’essi sono soggetti al fallimento). È grosso modo equivalente all’amministrazione controllata prevista nella legislazione italiana. Il governo di Obama fornirà alla azienda automobilistica di Detroit aiuti per altri 30,1 miliardi di dollari (aveva già versato 20 miliardi di aiuti pubblici): diventa così il maggiore azionista con una quota del 60 per cento. L’esempio di riferimento dovrebbe essere di Chrysler che ha dichiarato bancarotta il 30 aprile scorso ed è riuscita a dare soluzione a gran parte dei suoi problemi legali. Proprio nei giorni scorsi è arrivato infatti il via libera della Corte USA alla vendita degli asset “buoni” di Chrysler alla nuova compagnia che sarà guidata da Fiat. L’azienda è stata costretta a ricorrere alla bancarotta perché la maggioranza degli obbligazionisti non ha accettato di convertire i propri titoli nella nuova GM ristrutturata.

Saverio Mercadante

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